martedì 17 giugno 2014

Arrow, fenomenologia dei fumetti in tv (parte prima)


I fumetti e serie tv sono un binomio di grande successo per l’universo seriale americano. Tutto è cominciato con Arrow, poi sono arrivati gli Agents of SHIELD e per la prossima stagione si parla di Gotham, Constantine, The Flash ed anche Marvel’s Agents Carter (che partirà il prossimo anno) senza dimenticare Heroes: Reborn. Il mio non vuole essere un semplice elenco di tutte le serie televisive in questione, anzi vorrei analizzare il fenomeno e spiegare come il loro successo è più grande di quanto possiamo immaginare. Perché iniziare proprio con Arrow? Ha fatto da apripista al nuovo franchise televisivo ma è anche la mia preferita.  


Lo devo ammettere da ragazzino non ho mai letto nessun albo dedicato ad Arrow, ho sempre rivolto la mia attenzione verso Batman, Superman e Spider-man, quindi non posso permettermi di fare differenze tra il super-eroe cartaceo e quello televisivo. Ma da fonti a me vicine, posso affermare che in linea di massima l’arciere dalla scintillante bellezza che abbiamo conosciuto in tv è piuttosto simile allo spigoloso protagonista dei fumetti della DC. Come tutti ben sapete è stata la CW rete teen americana per eccellenza, che da due anni questa parte, trasmette l’irriverente serie tv. Dopo il successo di Smallville che dopo 10 anni ha chiuso i battenti, c’era il bisogno di riportare in auge il fenomeno dei super eroi in tv dato che al cinema sono diventati un vero franchise redditizio e dalla bellezza quasi fulminate.

Arrow dunque è partito già con grandi aspettative dato che, il pubblico, sperava di trovarsi di fronte ad una Smallville 2.0, ovvero un prodotto dedicato prettamente ai teenagers e con tutte le attenuanti del caso. Invece non è così, Arrow è qualcosa di diverso. La serie che è devoluta da Greg Berlanti, parte dal presupposto di essere un teen-drama, invece è qualcosa che va ben oltre. Lo si riscontra nella caratterizzazione dei personaggi, nelle ambientazioni e nello sviluppo stesso della vicenda. Immancabili i clichè, questo è vero, ma il tutto viene sviluppato con la consapevolezza di voler svecchiare un genere televisivo e far respirare una boccata di aria fresca allo spettatore stesso. In Arrow c’è retorica ma anche violenza, c’è amore ed odio, sesso e tradimenti, intrighi politici ed aziendali; è un drama a tutti gli effetti  ma è emozionante come pochi ed appassiona episodio dopo episodio. Seppur era iniziato come una “revenge series”, con il corso del tempo la serie ha acquistato spessore, è diventata intrigante, sexy ed anti-convezionale, ma soprattutto ha cominciato ad introdurre nella vicenda alcuni nemici iconici provenienti dai fumetti.

Arrow è dunque un vero fenomeno, la prima serie televisiva supr-eroistica che ha cambiato il mondo del dramma giovanile, senza perdere la sua verve ma rendendo il tutto più adulto ed appetibile anche ad una fascia di pubblico esigente e che vuole divertirsi. Il tutto è dovuto quindi ad una sceneggiatura pulita, brillante ed un cast d’eccezione. Stephen Amell è l’unico che poteva dare un volto umano al super eroe oscuro e controverso della DC, Katie Cassidy è perfetta nella parte di Laurel, ma tutto il resto del cast non scherza come  Willa Holland, Colton Haynes fino a Emily Bett Richards. Arrow rimane una serie da vedere ed apprezzare le sue sfumature e nonostante qualche trovata bizzarra, secondo il mio punto di vista, è quanto di più bello una rete generalista può regalare al pubblico.

Carlo Lanna 

ps Trovate l'articolo anche sulle pagine di OverNews Magazine 
 

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