lunedì 11 maggio 2015

Dreaming Paris: Cronache di un giornalista disperato


Questo post nasce un pò per caso, cozza decisamente con l'intenzione ed il fine ultimo di questo blog. Ma L'isola delle serie tv è un mio spazio personale, un luogo cibernetico dovo posso parlare senza restrizione alcuna di me stesso e delle mie insane passioni. Dunque il blog è stato trascurato nell'ultimo tempo, ma in un certo modo voglio tenerlo in vita, farlo rinascere come diario di bordo, per mettere nero su bianco un'esperienza che, da qui a Settembre, potrebbe cambiare la mia vita (si spera)

Gli ultimi esami all'università, la stesura della tesi, le innumerevoli serie tv viste e recuperate ed un pò di sana vita sociale con la mia metà: ecco i motivi che mi hanno costretto a mettere in stand-by il progetto che la scorsa estate con dedizione ho portato avanti. Da settembre - data del mio ultimo post - sono aumentate le mie tribolazioni mentali.  Da una parte gli ultimi tre esami pendevano su di me come una Spada di Damocle e la ricerca di un lavoro retribuito (perchè qui si lavora gratis) mi hanno quasi tolto il sonno. 

Dovete sapere che dopo 2 anni e più che ho scritto per un giornaletto della mia città e dopo aver raggiunto l'obbiettivo del Tesserino da Giornalista, la mia vita non è affatto cambiata. Sono aumentate le responsabilità, ma il guadagno è scarno. Su Oggialcinema.net è tornata agli albori la mia rubrica giornaliera sulle serie tv, sono un redattore per il portale www.culturaeculture.it, sono il responsabile stampa della Green Heart Italian Con, la prima convention dedicata al mondo di Arrow (di cui presto spenderò due parole), gestisco ancora la sezione cinema del sito www.dituttounpop.it, ed a volte scrivo per JUST CINEMA, giornale a tiratura nazione pseudo serio. Tra una cosa e l'altra riesco a respirare ed a pensare un pò a me stesso anche se fino ad ora è risultato molto difficile. L'ansia vince sempre sullo stato d'animo, eppure mi ero ripromesso di tornare a scrivere su queste pagine dopo aver chiuso con la tesi di laurea. Attendo infatti il giorno della discussione con ardore e paura, eppure molto altro mi toglie il sonno e la felicità di vivere questo momento importante. 

Dreaming Paris. La città dell'amore potrebbe infatti diventare la mia seconda casa per tre mesi. Se la fortuna per una buona volta mi accompagna, nella capitale francese svolgerò il mio primo stage in una redazione giornalistica. Per scaramanzia non dirò ancora il titolo della testata, ma sarà una realtà giovane e dinamica. E' stato come un fulmine a ciel sereno tutto questo, perchè non mi sarei aspettato che io, un ragazzo pieno di ansie e senza una vera preparazione in materia (ho imparato tutto da solo), poteva trovarsi di fronte un'occasione del genere. 
Lo stage per il mio sogno di lavorare in una testata giornalista importante e per quella voglia di vivere il mondo dell'intrattenimento a 360 gradi, è  un'occasione da non perdere. Anche se mi spaventa un pò lasciare casa e soprattutto la mia dolce metà in questo paese ormai alla deriva, mi spaventa  molto di più un'altra particolarità che poi in realtà rappresenta l'altro alto della medaglia: sarò all'altezza di tutto questo? sarà un'esperienza bella oppure tornerò a casa con la coda fra le gambe senza più un sogno in cui credere? Le ansie sono dunque riassunte in queste due domande e nonostante cerco di farmi forza, non riesco a pensare positivo. 

Nel mondo del giornalismo nessuno mi ha mai insegnato qualcosa, ho fatto tutto da me, sbagliando e cercando di correggere i miei errori. Da solo ho imparato ad usare wordpress, l'importanza delle parole chiave, ma da solo ho imparato come si fa un'intervista, a come pormi con le persone, a come portare a casa una soddisfazione personale, e soprattutto senza mai ricevere un grazie o un prego per tutto quello che ho svolto. 
Lo stage quindi per me è un banco di prova, l'ultima freccia del mio arco; devo capire se il mio voler essere giornalista è guidato solo da sogno adolescenziale oppure potrebbe essere il mio destino. Non lo so ancora, non so più a cosa credere perchè la vita continua a non sorridermi ed a tutti i costi ho bisogno di un vero scossone per capire il posto che dovrei occupare nel mondo. 
Sognare Parigi mi mantiene sveglio, mi  fa battere il cuore e mi regala la forza necessaria per affrontare la giornata. Le ansie però non vengono mai da sole, Dovete sapere che  lo stage può andare a buon fine solo se l'azienda stipula una convenzione il mio ateneo (dato che è rivolto ai laureandi ed ai neo laureati); caso vuole che la mia università afferma che non stipula accordi di questo genere. Quindi alla fine, se non si sblocca in nessun modo la situazione, rimarrò con un pugno di mosche in mano continuando a sognare Parigi e di affermarmi come giornalista. 
Sono o non sono un giornalista disperato?    


Nessun commento:

Posta un commento